Domenica scorsa ho visto “Dallas Buyers Club”. Dovevo vedere questo film da molto tempo, ma ho avuto un po’ di remore nel vederlo. Sapevo che trattava l’argomento dell’AIDS e pensavo, sbagliandomi, che il film non fosse poi così leggero, per non dire un bel polpettone. Mi sono ricreduta.
Ron Woodroof, un operaio, scopre dopo una scazzottata, di aver contratto l’HIV e di essere in una fase avanzata. Ha solo trenta giorni, ma lui non si da per vinto. Prima cerca di inserirsi in una sperimentazione, ma non riuscendoci, corrompe un inserviente per ottenere il medicinale. Tuttavia questo non basta e Ron ha un collasso e finisce in ospedale, dove scoprono che ha preso il medicinale, l’AZT, illegalmente. In ospedale conosce Rayon, una trans tossicodipendete e sieropositiva.
Ron per procurarsi l’AZT va in Messico. Qui scopre che l’AZT è in realtà tossico e gli vengono dati invece degli integratori e altri medicinali alternativi. Vedendone i benefici decide di portarsene non solo una scorta personale, ma anche di venderle negli USA. Finirà così per creare un’associazione insieme a Rayon atta a questi scopi incontrando mille difficoltà legali.
Il film è ispirato da una storia vera, ambientato in Texas negli anni 1985-1988. L’ho trovato sorprendente. Tratta l’argomento cogliendone gli aspetti burocratici e legali in contrasto con quelli morali ed etici. Le L’interpretazione di Matthew McConaughey è fantastica. Questo attore che avevo visto solo in film comici mostra qui, come in “True Detective”, una grande capacità drammatica.
Assolutamente da vedere!