La nausea

La nausea di Jean-Paul Sartre
La nausea: un libro di Jean-Paul Sartre, un diario "filosofico" sul disagio del mondo in agonia alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Tempo di lettura/Reading Time: 3 min

Per comprendere a pieno La nausea è necessario aprire una piccola parentesi e descrivere in poche righe chi è il suo autore, Jean-Paul Sartre, e qual è stato il suo apporto anche filosofico.

La nausea di Jean-Paul Sartre

La nausea di Jean-Paul Sartre

Chi è l’autore de “La nausea”: Jean-Paul Sartre

Filosofo, narratore, saggista, drammaturgo, ideologo politico e organizzatore culturale, Jean-Paul Sartre (1905-1980) fu uno degli intellettuali europei protagonisti del Novecento e nei suoi romanzi espresse al meglio le potenzialità letterarie dei temi dell’Esistenzialismo. Nella sua produzione si ispira a Dostoevskij e a Kafka, ma anche all’americano Dos Passos.

La sua esistenza e la sua opera si basano sui temi dell’angoscia e dell’impegno. La sua visione della vita risente della “fenomenologia” di Husserl e dell’Esistenzialismo di Heidegger e si fonda sull’idea dell’“essere” come “nulla”, dalla quale derivano l’«angoscia» e la «nausea» dell’uomo quando egli diviene cosciente dell’inutilità di tutte le sue scelte; queste sono infatti tutte “equivalenti”, poiché come afferma lo stesso Sartre, «sono votate per principio allo scacco».

Ideologia e concetto di nausea

Per Sartre nella condizione umana vi è qualcosa di paradossale. Infatti, l’individuo pur essendo libero di fronte al mondo, non è libero di essere libero. L’individuo pur scegliendo il senso del suo essere, non sceglie il suo essere stesso. Si trova “gettato” nel mondo senza spiegazioni al di là del fatto medesimo di esistere. Gli scopi o i fini nascono soltanto con l’uomo, che dà un senso a ciò che in sé non ha senso.

L’esperienza emotiva di tale assurdità dell’esistenza è la «nausea», che Sartre descrive nell’omonimo romanzo attraverso le vicende dell’intellettuale Antoine Roquentin che scopre gradualmente la «perfetta gratuità» dell’esistenza. Tali concezioni, tuttavia, non conducono al rifiuto dell’esistenza né al nichilismo.

Scoperte e comprese la problematicità e la vanità della condizione umana e giunto all’indifferenza, l’individuo, secondo Sartre, può infatti reagire attraverso l’impegno e dare così un senso al proprio destino, creandosi valori e ideali che lo conducano ad assumersi delle responsabilità verso se stesso e verso la società.

Dunque, l’Esistenzialismo sartriano si delinea non come passiva accettazione della negatività della vita, bensì come conquista di una nuova consapevolezza. L’uomo può pervenire  a ciò solo dopo la scoperta del nulla e dopo la crisi, che fa scattare in lui l’esigenza di battersi per la libertà e per una società migliore. L’intellettuale diviene così “guida” e la scrittura deve confrontarsi e rapportarsi continuamente con la contemporaneità per produrre cambiamenti nella condizione sociale dell’uomo e nella sua coscienza.

Trama de “La nausea”

Sartre iniziò la stesura de La nausea nel 1931, rielaborandolo successivamente fino alla pubblicazione, avvenuta nel 1938.  L’opera narra in forma di diario la storia di un giovane intellettuale di trent’anni, Antoine Roquentin, che dopo una serie di viaggi avventurosi, si trasferisce in una città della provincia, Bouville, con l’intento di completare una ricerca storica sul marchese di Rollebon, un libertino vissuto nel Settecento.

Dopo tre anni di permanenza a Bouville comincia a scrivere un diario personale, il cui primo pezzo datato risale a lunedì 29 gennaio 1932. La decisione di pubblicare questi scritti non è dell’autore: i quaderni sono stati ritrovati in seguito fra le sue carte e pubblicati senza alcun ritocco. Roquentin abita in una camera d’albergo vicino alla stazione e trascorre le serate al “Ritrovo dei ferrovieri”. Per la propria ricerca passa delle ore nella biblioteca municipale, dove incontra l’Autodidatta, uno strano erudito che legge tutti i libri posseduti dalla biblioteca in ordine alfabetico.

La monotonia dell’ambiente di provincia e il suo vuoto formalismo suscitano in Roquentin un senso di estraneità sempre più forte e il protagonista, perduto l’interesse per i suoi studi, comincia a percepire la realtà in modo anomalo e con crescente disgusto. È la «Nausea». Il racconto procede così per allucinazioni. Finché, di fronte alla radice di un castagno in un giardino, gli si rivela la «contingenza» dell’esistere: Roquentin si sente oggetto passivo, tutt’uno con le cose, incapace di separare la coscienza di vivere dal vivere medesimo. Così ogni cosa, finanche la propria esistenza, diventa per lui ingiustificabile e insensata. Capire che «tutto è gratuito» provoca la «Nausea»: «si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare».

La vita regolare e rassicurante dei provinciali di Bouville, descritta in modo ferocemente ironico nella passeggiata domenicale, è un modo per nascondere l’insensatezza dell’esistenza. Prima di partire per Parigi, Roquentin entra per l’ultima volta nel “Ritrovo dei ferrovieri”, dove, ascoltando una musica jazz, comprende che la scrittura può essere una possibilità di dare un senso alla vita.

Riflessioni

Sebbene l’Esistenzialismo sartriano possa sembrare a primo acchito qualcosa di incomprensibile e allucinante, il romanzo scorre piacevolmente.

Inoltre, Sartre ha condito il racconto di una nota di suspence seguendo le orme del romanzo poliziesco. La nota speculativa di questo diario comporta la riduzione dell’azione a vantaggio del monologo interiore senza per nulla rendere noiosa la lettura.

In questo scarno apparato narrativo i personaggi sono pochi e sono degli archetipi. L’Autodidatta rappresenta l’uomo dedito agli ideali borghesi e colui che si aggrappa alla cultura, lui identifica illusione salvifica della cultura. L’altro personaggio oltre al protagonista è la sua ex fidanzata, Anny ha perso anche lei fiducia nella vita. Lei ha declinato la sua vita alla passione e qui rappresenta l’Amore e il Sesso e come anch’essi diventano inutili davanti alla Nausea.

Questo è un romanzo che avvolge il lettore nel suo disgusto e ci si ritrova a fine lettura beneficiari di un arricchimento davvero inaspettato.

 

 

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