Sulla lavatrice
Marco si avvicinò sempre di più. Maria indietreggiò e con le spalle toccò le mattonelle bianche del bagno. Erano gelide. Lui era così vicino che poteva sentirne il respiro. Le scostò i lunghi capelli corvini e avvicinò la bocca al suo orecchio. Le annusò il collo. Sentiva il suo profumo di vaniglia. Le afferrò la nuca e le ficcò la lingua in bocca. Le fece scivolare la bretella del vestito nero sul braccio e le strinse il seno. Poi le afferrò la mano e l’accompagnò con fermezza sul suo pene, facendola scivolare su e giù. Poi le infilò una mano in mezzo alle gambe, spostò le mutande di pizzo e cominciò a masturbarla, con calma, continuando a baciarla. Maria aveva il cuore in gola. Il rumore della lavatrice copriva il suo respiro che si faceva più profondo e ansimante. Maria si contorse e con la schiena toccò gli interruttori della luce. Il neon, posto in alto, sotto le travi di legno, si spense, poi si accese e poi spense di nuovo e si accesero le lampadine gialle dello specchio sopra il lavandino. Lei si guardò riflessa nello specchio mentre gemeva. Marco le afferrò le gambe e la prese in braccio.
“Aspetta”, disse lei.
Lui la lasciò. Lei si sfilò le mutande. Si sedette sulla lavatrice, lo tirò a sè e gli abbassò i pantaloni della tuta. Lui la penetrò e iniziò a scoparla. La lavatrice terminò il lavaggio e iniziò la centrifuga.
L’orgasmo di Maria era diventato come un giro sulle montagne russe, un giro ricco di emozioni dove raggiungere l’apice era un’arrampicata accidentata, soprattutto con suo marito Vincenzo, con cui non godeva ormai da mesi. Con Marco era diverso. Lui oliava i binari e tutto arrivava, semplice e naturale.
Il portoncino venne sbattuto e le chiavi tintinnarono contro lo svuotatasche di porcellana all’ingresso.
“Mariaaaa!”, urlò Vincenzo.
Maria per lo spavento scivolò e col braccio fece cadere a terra il bicchiere con i due spazzolini che erano sul bordo del lavandino.
“Sono…sono al piano di sopra!”, rispose lei.
Maria allontanò Marco con una spinta. Scese dalla lavatrice, prese le mutande dal pavimento e se le rinfilò.
“Che facciamo?”, disse Marco.
“Aspetta qui”, disse lei uscendo dal bagno. Marco raccolse il bicchiere e i due spazzolini e rimise tutto al suo posto. Dopo pochi secondi lei tornò con una cassetta degli attrezzi. La lavatrice aveva finito. La spense e staccò la spina.
“Amore dove sei?”, disse Vincenzo. I suoi passi pesanti fecero scricchiolare gli scalini di legno.
“Sono in bagno. C’è l’idraulico per il lavandino che non funzionava bene”, rispose lei.
Marco non ne sapeva nulla di tubi, lavandini, acqua. Lui l’acqua la usava solo per spegnere gli incendi.
Il marito attraversò il corridoio e li raggiunse in bagno e si presentò a Marco.
Marco fu il primo e l’ultimo ad aver attraversato la soglia della loro casa. Non sarebbe più successo.